Archivio per gennaio 2008

50 milioni di euro per l’ immagine di Napoli: come usarli?

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“A Napoli il successo dura un’ ora, l’ insuccesso un’ anno – quando non ti accompagna tutta la vita.” (Libero Bovio)

Tempo fa parlavamo su ITALIAN BRANDING del dramma dei rifiuti a Napoli, riflettendo sullo svuotamento di valore e di senso in cui incappa la comunicazione nel momento in cui perde il legame con i fatti, con la realtà. E il riferimento allo spot di Cannavaro, in cui si dice che a Napoli é tutto bello e accogliente, é venuto da sè.

Notizia di qualche giorno fa é che la Regione Campania ha stanziato 2,5 milioni di euro per rilanciare l’ immagine di Napoli in Italia e nel mondo, contrastando i danni al turismo derivati dall’ emergenza rifiuti. Il progetto – che ha per ovvi motivi una prospettiva di medio/lungo termine, subordinata alla conclusione della crisi ambientale prevede 5 azioni mirate da sviluppare in collaborazione con associazioni di categoria, operatori del settore e tour operator: nell’ articolo vi trovate i dettagli.

La cifra annunciata é solo la spesa iniziale di un investimento da 50 milioni di euro in tre anni.

50 milioni di euro? Troppo pochi, secondo Federico Steiner della Barabino&Partners, uno dei più quotati advisor di comunicazione in Europa: “Cento milioni di euro servono tutti. Ma attenzione, sarebbero soldi buttati via se prima non si investe in una campagna di educazione dei napoletani”.

Più che educare i napoletani, direi di rinnovare l’ amministrazione che governa la città…ma questo é un mio pensiero.

Steiner sottolinea poi la necessità di una campagna a tappeto mondiale che coinvolga anche le strutture di comunicazione italiane sparse per il mondo, come ministeri e ambasciate. E attenzione ai contenuti: “Non dobbiamo invocare Capri o il Vesuvio, ma comunicare che il problema dei rifiuti é stato risolto alla radice, con strutture definitive.”

Ridimensiona il problema Oliviero Toscani: “Ogni amministrazione ha la spazzatura che si merita. (…) A Napoli, prima o poi anche la spazzatura verrà smaltita e il turismo intelligente riprenderà”.

Poco fiducioso é invece Elio Fiorucci: “Sono stati stanziati 50 milioni per l’ immagine di Napoli? Gravissimo, questo creerà nuovamente il malcostume e ci sarà la corsa a spartirsi quei soldi tra i soliti noti.”

Insomma, la questione é complessa, il danno d’ immagine che la città ha subito é a mio avviso enorme e ci vorrà molto tempo prima che la questione venga dimenticata e la parola rifiuti sparisca dal brand Napoli.

Risolvere l’ emergenza sarà molto difficile ma altrettanto difficile sarà comunicare con efficacia la risoluzione del problema. E paradossalmente la cifra stanziata, enorme e dunque molto appetibile, non agevola le cose.

Voi che pensate?

SimoDG

la nuova musa della comunicazione

” O bella Musa, ove sei tu? Non sento spirare l’ambrosia, indizio del tuo Nume, fra queste piante ov’io siedo e sospiro.” ( Ugo Foscolo )

Carla Bruni è la nuova musa della comunicazione, non c’è che dire: protagonista della comunicazione politica francese e protagonista anche nel mondo della pubblicità con questo spot per Lancia Musa.

E diciamo pure la verità anche protagonista nella ridefinizione dell’immagine dell’Italia all’estero, soprattutto in Francia ma anche nel mondo.

Insomma in un Paese senza governi modello, a rappresentare il Bel Paese nel mondo ci sono le modelle di governo.

Oggi resto piuttosto leggero, fuori la situazione mi sembra piuttosto pesante, ma ancora una volta poco pensante…

Quindi ilcomunicatore oggi flirta col gossip.

Sì, gossip! A prima vista, ma se non semplifichiamo troppo la realtà e cogliamo la complessità degli eventi possiamo scorgere in Carla Bruni e nella sua love story con Sarkozy forti elementi di modellamento del ruolo delle donne in politica e intravedere una convergenza di molti mezzi e modi di comunicare verso obiettivi e strategie comuni.

In poche parole, l’advertising Lancia si ricongiunge a perfezione con la comunicazione su carta stampata di giornali e riviste e ad un livello successivo con la comunicazione politica del Presidente francese Sarkozy.

Se vi va di rifletterci su, vi do un’informazione importante di più: Lancia aveva scelto Carla Bruni prima di Sarkozy. A quali conclusioni dobbiamo arrivare?

Luca Taddei.

il Papa alla Sapienza, un peccato averlo perso.

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“Non sono affatto d’ accordo con ciò che dite, ma mi batterò fino alla morte perchè nessuno vi impedisca di dirlo.” (Voltaire)

Dopo la manifestazione di stamani, alcune riflessioni sui fatti della Sapienza.

Una rappresentanza di studenti e di docenti della storica Università di Roma si é battuta, con lettere e dimostrazioni varie, fino ad ottenere che Papa Ratzinger – invitato da tempo dal Rettore – non fosse presente all’ inaugurazione del nuovo anno Accademico.

E’ stato un peccato.

In primis perchè – dinamica a cui ci stiamo abituando in Italia – una sparuta minoranza ha avuto più considerazione dei tanti e molto più numerosi studenti e docenti che l’ arrivo del Papa alla Sapienza non ritenevano affatto “un’ attentato all’ autonomia dell’ Università” (Prof. Marcello Cini) o una “scelta incongrua” (Giancarlo Ruocco, direttore del dipartimento di Fisica).

Eppure tale sparuta minoranza ha ricevuto un sostegno forse insperato dai media, che hanno dato – soprattutto certa stampa, penso a “Repubblica” – particolare risalto alla polemica, con articoli, editoriali ed approfondimenti, diffondendo la percezione che il risentimento per la scelta del Rettore di invitare il Papa pervadesse l’ intera Sapienza, anzichè riguardare solo qualche centinanio di studenti (su quasi 200 mila iscritti ), un’ ampia parte dei quali legata ai gruppi di sinistra dell’ Università, e 67 docenti (su 4 mila e 500).

Questo ci dovrebbe far riflettere sul ruolo decisamente attivo dei media nei processi di costruzione della notizia. Media che sono molto di più che dei semplici canali da cui passano le informazioni.

Ed é stato in peccato anche per l’ immagine e la credibilità sia della Sapienza che, più in generale, del nostro Paese.

La prima ha ormai perso il suo appeal, tanto da non figurare più tra le prime 150 Università del mondo: un dibattito intellettuale con uno dei pensatori più importanti del nostro tempo avrebbe contribuito a dare visibilità e rinnovare il prestigio dell’ istituto.

Per quanto riguarda poi l’ Italia – recentemente bacchettata dai più autorevoli quotidiani del mondo per la sua crisi economica, politica e sociale ed umiliata per i fatti di Napoli – si tratta di un’ altro episodio che racconta di un Paese in affanno, che a stento si adegua ai cambiamenti positivi e alle aperture della modernizzazione.

In un mondo in cui Ahmadinejad viene invitato dalla laica e liberale Columbia University ad incontrare gli studenti e rispondere alle loro domande, qui da noi il Papa – che tempo fa visitava la musulmana moschea di Instanbul – non lo si vuole e non lo si riesce a far parlare a Roma, culla del cattolicesimo.

E’ qualcosa su cui riflettere, credo.

SimoDG

il rimbalzo delle palline comunicative

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“Il compito attuale dell’arte è di introdurre caos nell’ordine.” ( Theodor Adorno, Minima moralia )
Le palline colorate di Cecchini rimbalzano sulle scalinate di Piazza di Spagna, rimbalzano sui media nazionali, rimbalzano anche su GiornaleWEB rimbalzano nella blogosfera su kennedy84hastalagiobbasiempre e di rimbalzo sul nuovo progetto di Giornale Blog, comunicativamente parlando rimbalzano poi su L’invisibile[H]agliocchi fino ad arrivare a ilcomunicatore.

E intanto dopo il “reato” Cecchini accusa la Casta dei politici ( ormai chi non lo fa? ) e poi si definisce “un futurpalla” e dichiara che “il futurismo è arte e pensiero, il futurismo cerca di applicare l’arte nella vita quotidiana”. Leggete qui su Repubblica.it.

E intanto, premetto che trovo l’iniziativa davvero artistica, sia questa sia quella della Fontana di Trevi con l’acqua rossa, migliore di molta arte contemporanea straosannata.

Al di là di questo tali azioni hanno un potenziale fortissimo di costruzione di visibilità e di identità di una campagna di comunicazione e di un brand ( e dietro questa azione di guerrilla marketing c’è zig.it ).

Iniziative come queste possono riqualificare l’immagine di Roma come capitale più contemporanea, più dinamica e vitale con un brand unico ed inimitabile.

Il Comune di Roma potrebbe farne buon uso e troverebbe sicuramente sponsor nel campo dell’impresa privata: insomma uno strumento vincente di city branding per le istituzioni e di guerrilla marketing per le imprese.

Che ne pensate?

A proposito di city branding, nation branding, place branding: su ITALIAN BRANDING c’è un nuovo post sul Brand Italia! Dateci un’occhiata!

Luca Taddei.

spazio alla creatività: GiornaleWEB

Per il nostro spazio alla creatività presentiamo GiornaleWEB.

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GiornaleWEB è una rivista on-line, un vero e proprio giornale con notizie, interviste e rubriche di approfondimento.

E se in un’intervista di pochi mesi fa Arthur Sulzberger, l’editore del New York Times, ha dichiarato: <<Non so se tra cinque anni stamperemo ancora il nostro quotidiano, e sinceramente non me ne importa nulla. Internet è un posto meraviglioso, e lì noi siamo i leader>>, di certo noi, nel nostro piccolo, non possiamo che essere interessati ad iniziative di giornalismo sulla rete.

Il Direttore editoriale della nuova rivista on-line è Marcello Intotero Falcone, di cui vi segnalo anche il blog.

E su GiornaleWEB troverete anche Pros & Coms, una rubrica sulla comunicazione & marketing che partirà a fine mese e che sarà diretta e coordinata dal sottoscritto.

Che ve ne pare?

Luca Taddei.

Dvd esente da pubblicità? Non più…forse.

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“Quell’attività che si ritiene immune dalla pubblicità prima o poi si ritrova immune da ogni attività” ( Dwarf Brown )

Una brutta e una buona notizia.

Eccovi la brutta, che fa gongolare gli inserzionisti e tremare gli spettattori.

Come leggo sul Corriere, “Ibm ha depositato un brevetto che permette di dotare i dvd di specifiche restrizioni che rendono possibile attivare degli annunci pubblicitari disponibili on line o direttamente inseriti all’ interno del dvd stesso”.

In poche parole, un software Ibm permetterebbe di interrompere il film sul dvd per lanciare degli spot, così come avviene per un qualsiasi spettacolo televisivo.

In realtà la logica é un poco più complessa e pertanto vi invito a leggere l’ articolo: l’ idea fondamentale é che i dvd contenenti pubblicità avranno un costo ridotto rispetto a quelli che ne sono privi, dunque non ci sarebbe nessuna obbligatorietà ma la facoltà di scegliere.

La buona notizia: fino ad ora nessuna casa di produzione si é mostrata interessata al progetto, ma non sono esclusi sviluppi sul breve.

Che pensare….la mia idea é che la presenza di spot guasterebbe un’ esperienza mediatica – la visione del dvd – molte volte scelta proprio perchè differente da uno spettacolo televisivo, che ha un orario predefinito e soprattutto delle pause ritenute (dai più) particolarmente odiose.

Altro fatto positivo é – come prima sottolineato – la non obbligatorietà: anche se il progetto andasse in porto, chiunque sarebbe libero di comprarsi il dvd classico, senza spot…sperando che questo non aumenti di prezzo!

Voi che pensate?

SimoDG

ITALIAN BRANDING: è nato il figlio de ilcomunicatore

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“Le idee sono tali in quanto tu puoi comunicarle agli altri, se le tieni per te non servono a nulla, anzi, non sono nemmeno idee.” ( Luciano Bianciardi, Il lavoro culturale )

Ciao amici de ilcomunicatore,

oggi è un grande giorno: ilcomunicatore è diventato padre, padre di un nuovo progetto, di un nuovo blog che vuole essere, nel suo piccolo, un’innovazione.

Il nuovo progetto, il nuovo blog si chiama ITALIAN BRANDING branding new world e si occuperà di place branding ( per saperne di più vi rimando all’about di ITALIAN BRANDING) con un occhio di riguardo naturalmente al Brand Italia.

L’obiettivo del nuovo blog è aprire una discussione sul tema del place branding in maniera più forte nel nostro Paese ed inoltre costruire un piccolo laboratorio in cui condividere idee, riflessioni, spunti che accompagneranno il progetto di Tesi di Laurea Specialistica in Comunicazione Strategica presso l’Università di Firenze dei due autori de ilcomunicatore.

Che dire di più? Iniziamo a sperimentare!

Luca Taddei.

Italia sì, Italia no. Gli irlandesi pazzi di noi, il New York Times ci boccia senza appello: che pensare?

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“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello.” (Dante Alighieri)

Talvolta occorre guardarla da fuori per capire che l’ Italia, assai bistrattata da chi vi abita, poi tanto male non é.

Sono da poco tornato da Dublino e una delle cose che più mi ha più colpito é stata l’ aria di italianità che lì si respirava, passeggiando tra le principali vie della città o osservando i comportamenti delle persone.

Ad esempio, tra i negozi principali del centro spiccano Armani, Dolce e Gabbana, Sisley ma anche Vero Moda, Bocca, il Padrino, Roma, Milano, Valentino, Persona, Forte, Per Una, il Soprano: come vedete si tratta in alcuni casi di nomi celebri dell’ abbigliamento italiano, in altri di “firme” meno conosciute e sconosciute (da Vero Moda in poi sono piccoli e medi negozi di abbigliamento, parrucchieri, ristoranti, gelatai, etc.) che attingono strategicamente alla lingua e al patrimonio simbolico italiano. Un patrimonio fatto di bellezza, eleganza, lusso, di buon gusto, e dunque vincente.

A Dublino – ma questo accade anche in altre capitali, europee e non – nessun Paese ha una rappresentanza paragonabile alla nostra: affiancare ad un buon prodotto un nome italiano é una scelta strategica di sicura efficacia.

Altro oggetto di adorazione, oltre al buon gusto, é il nostro clima unico, la nostra cucina deliziosa, il nostro modo di vivere.

L’ Italia dispone all’ Estero di una corposa riserva di buona immagine: già, ma quanto durerà?

Per il New York Times, per esempio, siamo diventati poveri e vecchi, a-tecnologici, poco attrattivi per gli investitori esteri e poco fiduciosi in noi stessi…insomma, un disastro.

Troppo drammatici gli americani? Non so. “Se foste un giornalista straniero inviato in Italia” – riflette Ferrara sul Foglio di qualche settimana fa – “voi che pensereste di un Paese che mentre tutto il mondo alza l’ età della pensione, la riduce; dove per protesta si assaltano le caserme, per agitazione sindacale si prende di mira il Parlamento, per serrata si bloccano le strade; dove lo slogan più fortunato é un vaffanculo; dove il libro più venduto é una condanna della casta; dove ogni trattativa finisce con un rinvio?

Dunque, Paese delle meraviglie o pecorella nera: dove sta la verità?

SimoDG


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