Archivio per settembre 2007

le continue provocazioni di Oliviero Toscani

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“Il conformismo è il peggior nemico della creatività. Chiunque sia incapace di prendersi dei rischi non può essere creativo.” ( Oliviero Toscani )

Oliviero Toscani è un grande comunicatore e quindi era logico che prima o poi ilcomunicatore ne avrebbe parlato.

Parliamo dell’ultimo lavoro di Oliviero Toscani, la nuova campagna “NO ANORESSIA-NOLITA” realizzata per il fashion brand del gruppo Flash&Partners di Tombolo (PD).

Per comprendere meglio le motivazioni e le idee che sono dietro a questa campagna vi rimando al post “NO ANORESSIA” sul blog La Sterpaia.

La campagna sta facendo molto discutere. Naturalmente se ne dicute molto anche sui blogs tra chi è a favore e chi è totalmente contro la nuova campagna di Toscani.

E’ giusto dire la nostra: la campagna mi piace. E’ dura, shockante. E per questo ha un grande potere di convocare attenzione e discussione, un potere quasi catartico.

E soprattutto riporta agli occhi di tutti noi argomenti delicati, la malattia, il dolore, la sofferenza, e di conseguenza anche la morte, argomenti che fanno parte della vita dell’uomo, ma che tendono a essere espunti o edulcorati nella nostra società della comunicazione.

Riportare il dolore, la sofferenza, la morte nella loro realtà, nella loro crudezza di fronte agli occhi dell’uomo contemporaneo può essere l’inizio di una nuova presa di coscienza e di consapevolezza nei confronti della vita umana nella sua interezza ed eccezionalità.

La comunicazione non deve concentrarsi soltanto sugli aspetti positivi della vita, ma anche su quelli negativi.

Altrimenti sarebbe falsa e depotenziata, edulcorante ed edulcorata.

Voi che ne pensate?

Luca Taddei.

un locale…da brividi!

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“La follia é la virtù dei geni “. ( Anonimo )

Mi sarebbe piaciuto farci una capatina quet’ Estate, magari durante un qualche torrido pomeriggio! Sto parlando dell’ Absolut Bar di Milano, un concept bar o meglio un tempio glaciale ispirato ai simboli del noto marchio svedese, inaugurato a Piazza Gerusalemme nel 2004.

Stregato dall’ Ice Bar di Stoccolma ( gli altri si trovano a Tokyo e Londra ), Alessandro Rosso, figlio di una celebrità del turismo italiano, si é fatto recapitare dalla Svezia decine di tonnellate di acqua allo stato solido prelevate dal fiume Torne, avvalendosi della mano raffinata di artisti come Arne Bergh e Mikael Nille Nilsson: i due maestri hanno forgiato il materiale dando vita ed anima al locale che oggi allieta le serate milanesi.

L’ idea é davvero eccellente: si tratta di un’ oasi sotto zero (la temperatura é di meno 5!) dove con cappello, cappuccio, guanti e stivaloni – consegnati all’ ingresso – chi entra vive un’ esperienza unica; il ghiaccio di cui il locale é permeato flirta con tutti e cinque i sensi e una deliziosa musica lounge accompagna il visitatore che può degustare cocktail a base di ABSOLUT VODKA e succo, serviti in bicchieri ovviamente di ghiaccio!

La visita – per ovvi motivi! – non può durare per più di 30 minuti e a ricordo di un’ esperienza così particolare é possibile acquistare alcuni gadgets: dalla t-shirt alla riproduzione esatta del bicchiere di ghiaccio, dalla collana alla penna, fino al portachiavi e alle deliziose caramelle Wolf Paw.

Interessante é il look del locale, che cambia ogni sei mesi: dallo stile Vittoriano si é passati alle linee morbide mentre l’ 1 Settembre il Concept Bar ha riaperto la stagione presentandosi con un rinnovato design reso scintillante dal nuovo ghiaccio splendente e chiaro arrivato direttamente dal Torne River e dalla Lapponia.

Non c’ é che dire: ancora una volta la ABSOLUT si dimostra formidabile maestra di comunicazione.

SimoDG

ormai la Mafia è un brand

“Non eleggono mai gli uomini il male con opinion che sia male, ma s’ingannano per una certa similitudine di bene.” ( Baldassarre Castiglione, Il cortegiano )

L’uscita de “La gestione secondo la mafia”, manuale di gestione aziendale dell’Americano Anthony Schneider, in cui viene individuato come modello quasi perfetto di manager contemporaneo Tony Soprano, il boss mafioso della famosa serie televisiva The Sopranos dell’americana HBO, mi fa riflettere su un fenomeno che ormai ha raggiunto dimensioni notevoli.

ilcomunicatore non ama fare denuncie, ma ama riflettere sulle cose del mondo.

Non voglio dare giudizi sul fenomeno che si è realizzato in molti anni, in molti decenni.

Questo fenomeno è la costruzione del brand Mafia ed è un fenomeno portato avanti, spesso in maniera massiccia, dai media.

Il brand Mafia è il frutto del lavoro del cinema, della televisione, della letteratura, dei videogames, del merchandising e della pubblicità e in qualche modo, anche se di riflesso, di un po’ tutti i mezzi di comunicazione di massa.

Gli esempi sono innumerevoli ed analizzarli sarebbe interessantissimo. Ma se lo facessimo, questo post diventerebbe un saggio.

La questione è semplice e ci dovrebbe far riflettere: questo brand, pur con molte connotazioni negative, è alla fine dei conti un brand caratterizzato da positività.

E forse la prova ultima è proprio questo saggio di Schneider.

E’ d’altra parte innegabile che il brand Mafia, molte volte, integra e completa, in maniera quasi necessaria, il brand Italia.

Non so cosa ne pensate, ma qualcosa su cui riflettere, ed in profondità, forse c’è.

Luca Taddei.

“Non è mai troppo tardi”, anche per gli immigrati

“Occorre che i principi che ispirano la nostra convivenza siano diffusi attraverso il maggior numero di canali possibili.” (Paolo Ferrero)

Torniamo a parlare di televisione.

Paolo Ferrero, Ministro della Solidarietà Sociale, ha annunciato il progetto di mandare in onda sul sistema radiotelevisivo pubblico una trasmissione che aiuti gli immigrati conoscere ed imparare la lingua italiana ma anche i principi fondamentali della nostra Costituzione.

L’ iniziativa si ispira ad una trasmissione , intitolata “Non é mai troppo tardi”, che negli anni ’60 insegnava a leggere e a scrivere agli operai e ai contadini tornati a sera dal lavoro.

Alberto Manzi, conduttore e pioniere di questo progetto di insegnamento a distanza, in otto anni riuscì a portare un milione e mezzo di italiani alla licenza elementare, contribuendo ad arginare la piaga dell’ analfabertismo.

Se davvero questo progetto prendesse corpo, saprebbe bissarne il successo e gli straordinari risultati?

Nell’ attesa di saperne di più, le dichiarazioni del Ministro hanno messo in luce il valore della comunicazione e in particolare dei media nei processi di integrazione sociale.

Come spesso succede vi chiedo: voi che ne pensate?

SimoDG

la tv che ci racconta

“Nell’ ultima metà del secolo nessun’ altra istituzione come la TV é stata altrettanto efficace nel ridisegnare i confini della noità italiana.” (Giovanni Bechelloni)

La stagione televisiva 2007/2008 é ripartita all’ insegna della fiction: in mezzo a tante più o meno gradite conferme, anche alcune novità, tra cui spicca la miniserie andata in onda qualche giorno fa sul Generale Dalla Chiesa.

Un eroe tra i protagonisti della nostra storia recente.

Parlavo prima di conferme: tra quelle gradite c’ é sicuramente Distretto di Polizia 7, Il Capitano 2 e anche Ris 4, che andrà in onda a partire da Gennaio.

Il filo rosso che accomuna queste serie é l’ appartenenza ad un mondo – le Forze dell’ Ordine – che da sempre esercita un alto fascino sui telespettatori italiani.

Sarà la Divisa e le storie sempre avvolte nel mistero?

Sì, senza dubbio, ma non credo che basti per spiegare il successo che questo tipo di prodotto ha ormai da anni.

Non posso non pensare ad esempio che il telespettatore, che é anche e prima di tutto un cittadino, sia fisiologicamente attratto da queste storie dove, in una continua dialettica di realtà e realtà immaginata, si racconta del Bene e del Male, di criminalità (e non distinguo tra micro e macro perchè a parer mio tale distinzione é infondata) e di sicurezza, di mafia, di immigrazione, di terrorismo e di giustizia.

E in un mondo che l’ 11 Settembre ha reso più vulnerabile ed insicuro, questi sono trai temi più sentiti e di cui più si discute: al bar, in famiglia, a scuola, sui giornali, in parlamento.

Temi controversi e rispetto ai quali oggi, putroppo, solo in tv – dove alla fine vince sempre il Bene – i cittadini trovano risposte e soluzioni pronte, sicure e confortanti.

Voi che ne pensate?

SimoDG

per l’ambiente o per l’immagine? poco importa…Sony lancia la pila al glucosio

“Molte persone non sono disposte ad accettare il fatto che un’ iniziativa presa da una società nel proprio interesse personale possa avere un qualche contenuto morale.” (Francis Fukuyama)

Sony investe nell’ energia pulita: l’ impegno é quello di costruire per il futuro dispositivi alimentati da batterie al glucosio.

Il colosso giapponese vuole dare continuità alla scoperta di alcuni scienziati che sono riusciti di recente a trasformare il glucosio in elettricità: glucosio che pertanto fornirà energia ai piccoli dispositivi (per ora si parla di mp3) così come già fa col corpo umano e tutti gli organismi viventi.

Vedremo cosa ne verrà fuori ma la notizia mi ha dato lo spunto per una riflessione: che cosa c’ é dietro l’ impegno e le risorse che oggi gran parte delle multinazionali destinano nella ricerca di soluzioni sempre più ecosostenibili?

Altruismo? Non credo.

Sensibilità ambientale? Solo in parte.

Penso che la molla si la volontà di mantenere – nel lungo tempo – un’ immagine di qualità, di avanguardia e di ecopragmatismo, inteso come modus operandi rispettoso della natura e dell’ ambiente: ciò in un’ era, quella postmoderna, in cui il consumatore rivela forte attenzione a tali tematiche.

Ma questo non solo non cambia di una virgola l’ importanza la svolta environmental-friendly dell’ economia ha per l’ ambiente ma insegna che la comunicazione e le strategie di fine-tuning (necessarie a mantenere le aziende in sintonia cn le attese del consumatore) lungi dall’ essere qualcosa di losco , sanno produrre preziosi effetti di cui se ne giova l’ intera collettività.

SimoDG

Praga comunica

“Da un certo punto in avanti non c’è più modo di tornare indietro. E’ quello il punto al quale si deve arrivare.” (Franz Kafka)

Il Governo di Praga si è rivolto alla più grande agenzia di relazioni pubbliche e comunicazione del Paese, la Ami Communication, per una campagna finalizzata alla promozione del noto progetto americano che prevede la collocazione , a scopi difensivi, di un radar nella Repubblica Ceca e di dieci missili intercettatori in Polonia. Un progetto per il quale l’opinione pubblica si è dimostrata piuttosto fredda, quando non ostile.

Il Governo ha già stanziato 60 mila euro e la campagna dovrebbe partire a fine mese.

Non voglio entrate in merito ai contenuti, ma ho trovato la notizia interessante dato che molto insegna a quanti – e non sono pochi, soprattutto in Italia – continuano a vedere la comunicazione come un mestiere facile da apprendersi in quanto privo di tecniche e di linguaggio specialistico, fatto che renderebbe pertanto inutile lo studio di siffatta materia.

La decisione del Governo di Praga rivela al contrario un approccio strategico alla comunicazione, intesa nella sua accezione originaria di messa in comune di informazioni, temi, significati.

Se la Ami Communication adotterà un metodo altrettanto strategico, allora l’opinione pubblica conoscerà a fondo i motivi che hanno spinto il Governo ad accettare tale progetto.

Ne deriverà pertanto un dibattito durante il quale l’opinione pubblica avrà sufficiente stock informativo per formulare una posizione chiara in merito alla questione.

SimoDG

rinnega tuo padre, rinuncia al tuo nome…per il tuo sponsor!

 

“Dovunque l’uomo voglia vendersi trova degli acquirenti.” ( Jean-Baptiste Henri Lacordaire )

La vicenda di Epi Taione ( d’ora in poi Paddy Power ) più che da “Romeo e Giulietta” sembra uscita fuori da qualche riadattamento contemporaneo della leggenda di Faust.

La tragedia è questa: un giocatore di rugby del Tonga, piccolo stato dell’Oceania, cambia il proprio nome, la propria identità, e prende il nome dell’ agenzia irlandese di allibratori, la Paddy Power appunto, che sponsorizza la sua nazionale.

Insomma se Giulietta chiedeva al suo Romeo di rinunciare al suo nome per amore, gli sponsors oggi chiedono agli sportivi di rinnegare la propria identità in nome del marketing.

Se qualcuno non considera questa cattiva comunicazione d’impresa, se qualcuno adesso non si sta vergognando di aver proposto e promosso una simile azione di marketing, allora sarebbe davvero una tragedia!

Luca Taddei.

le Olimpiadi della comunicazione

“La pazienza è potere: con il tempo e la pazienza, il gelso si tramuta in seta.” (proverbio cinese)

Manca ancora un anno all’ inizio ufficiale delle Olimpiadi ma in quel di Pechino è già in corso un’ appassionante gara.

A competere sono le aziende leader dei mercati internazionali che a colpi di seducenti ed innovative strategie di marketing hanno invaso strade, televisioni e computer della capitale cinese.

Obiettivo: distinguersi dalla giungla di spot e radicare la presenza del marchio costruendo relazioni empatiche col popolo cinese, per poi sfruttare l’ enorme visibilità offerta da un evento sportivo internazionale come i Giochi Olimpici.

E vediamole allora queste strategie.

Il 2008 è l’ anno in cui si svolgeranno le Olimpiadi e 2008 sono le tettoie delle fermate degli autobus che Coca Cola ha tappezzato di suoi manifesti, per quella che è stata definita la più grande campagna all’ aperto mai vista in Cina.

Lenovo, la compagnia cinese che ha rilevato la divisione pc della Ibm, ha lanciatoin collaborazione con Googleun concorso per selezionare su Internet i tedofori: ciascun aspirante dovrà realizzare un video che sarà poi votato dal popolo di You Tube.

Particolarmente attiva sul fronte della comunicazione è poi McDonald’s che dopo la comparsa di nuovo panino composto da ingredienti locali , il China Mac, pubblicizzato in spot tv da atleti in cartoni animati che si trasformano nei suoi ingredienti, ha lanciato una campagna di comunicazione che a parer mio è davvero una chicca: guardate alcune immagini su spotx!

SimoDG

 


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