Archive for the 'comunicazione' Category

Dove canta l’ inno all’ uomo!

Su segnalazione di ninja marketing, un video davvero molto divertente che racconta in 2 minuti cosa significa essere uomo.

L’ occasione è il lancio di una nuova linea di prodotti Dove dedicati al sesso maschile.

Su youtube è gia’ un successone!

E voi che ne pensate?

Simone Di Gregorio

Almo Nature cambia look con Oliviero Toscani

Almo Nature, un’impresa italiana che produce alimenti per cani e gatti e che negli anni si è affermata in Italia e all’estero, ha scelto Oliviero Toscani e La Sterpaia per la sua nuova campagna di comunicazione integrata.

La scelta è forte, come si può vedere dall’immagine che qui presentiamo, sia per l’estro di Oliviero Toscani sia per la notevole attenzione che viene attribuita da Almo Nature alla comunicazione web e digitale, con il restyling del sito ma non solo: la presenza sui social network a partire da Facebook e la possibilità di trovare Almo Nature su iPad.

La forza del brand Almo Nature è sicuramente concentrata sull’aver introdotto per prima nel mondo l’alimento naturale per cani e gatti e dal cercare di vedere il mondo dal loro punto di vista. In questi anni infatti il brand ha sviluppato anche una serie di campagne di marketing solidale per gli animali meno fortunati.

Nel presentare questo progetto Oliviero Toscani ha dichiarato: “Gli animali sono molto più pazienti con noi di quanto noi siamo con loro e, se vedessimo il mondo con i loro occhi, forse vedremmo un mondo migliore. Creando un immagine per questo nuovo progetto ho cercato soprattutto di pensare agli animali e alla filosofia di Almo Nature che cerca di essere come i cani e i gatti che nutre.”

Vedere il mondo dal punto di vista degli animali, una comunicazione dal forte impatto visivo, la centralità del web è la ricetta di Almo Nature per la sua comunicazione.

Che ne pensate?

Luca Taddei

Con Frisk non si può non aprire la bocca! Come in un fumetto!

Frisk, le mentine famose in tutto il mondo, sono protagoniste di una curiosa campagna di comunicazione ideata da BBH Londra in collaborazione con Selection Milano.

Durante il Salone del Mobile 2010 di Milano di questi giorni è andato in scena il gioco Fotofumetto, ideato e realizzato dall’agenzia di comunicazione non convenzionale Piano B.

Se con Frisk non si deve temere di aprir bocca, visto il ruolo giocato dalle mentine, fuori dai locali della movida milanese si è dato spazio ai pensieri, alle idee, agli stati d’animo, alle impressioni dei tanti ragazzi.

Come? Con un baloon da fumetto!

Oltre 4000 persone si sono fatte fotografare o filmare accanto al fumettone e dalla strada tutto è passato su Facebook e su YouTube, dove si sono creati degli spazi ad hoc.

Un’azione di comunicazione non convenzionale di tutto rispetto, che ne dite?

Luca Taddei

La comunicazione sconfiggerà il fumo, secondo l’Unione Europea…

E’ dal 2005 che la Commissione Europea ha decretato che l’arma migliore per combattere l’uso del tabacco è la comunicazione.

La sfida della Commissione Europea è coinvolgere tutti i Paesi dell’Unione Europea in una campagna di comunicazione integrata e rivolta ai milioni di giovani europei con il fine di denormalizzare il tabacco.

La campagna in questi quattro anni ha previsto una strategia completa e organica ( in televisione, sui siti web, sulla stampa e con eventi mediali di alto profilo) con il sito web www.help-eu.com come anello di congiunzione tra le varie attività di comunicazione. E i risultati si sono visti.

Se guardate il video, vedrete come la campagna Help in questi mesi si è arricchita di una serie animata in 12 episodi, la cui prima stagione viene diffusa su internet!

Sembra proprio che lo spazio di comunicazione più adatto per l’Unione Europea per dialogare con i suoi cittadini più giovani sia il web e, visti i protagonisti della serie, Chuck, Skinny, Loona e Tapas e i loro consigli e trucchi assurdi per combattere il fumo, che il registro di questo dialogo sia quello divertente ed ironico.

Che ne pensate? La nuova iniziativa vi piace?

Luca Taddei

Obama: un nobel per la comunicazione della pace

obama, hope

Il Nobel per la pace assegnato al Presidente degli Stati Uniti d’America Obama fara’ sicuramente discutere: a qualcuno vengono dei dubbi, qualcuno non ha gradito, anche lui ne e’ rimasto sorpreso.

Quello che e’ indubbio e’ che questo premio Nobel per la pace e’ un Nobel assegnato alla comunicazione e piu’ in particolare alla comunicazione della pace. Obama, come comunicatore politico, e’ riuscito a costruire fiducia e speranza, insomma ha realizzato un discorso intorno alla pace. E’ questo, per ora, il suo piu’ grande merito.

Si pensa, anche giustamente, che un Nobel debba essere conferito a illustri personalita’ che si sono distinte per quello che hanno fatto piuttosto che per quello che hanno comunicato.

Ma la comunicazione, in politica come nelle altre sfere della vita umana, e’ azione.

Obama e’ riuscito sicuramente ad agire nell’immaginario di milioni di americani e non. E questo e’ sicuramente un fatto. Certamente Obama non e’ il primo politico nella storia ad essere riuscito a costruire un discorso di fiducia e di speranza intorno alla pace, ma in questi tempi e’ sicuramente il piu’ bravo.

Sara’ il Presidente americano in grado di affiancare alla comunicazione anche tutto quello che rimane da fare per costruire concretamente la pace?

Luca Taddei

Il marketing che lascia a bocca aperta e soprattutto asciutta!

campagna latet

Una campagna di notevole impatto comunicativo ( lascia a bocca aperta! ) è sicuramente quella di Latet. Ne parlano su Ninja Marketing e su I Believe in Advertising.

L’organizzazione umanitaria israeliana ha allestito nella Rabin Square di Tel Aviv un banchetto a base di…niente! Insomma la bocca rimane soprattutto asciutta!

La campagna serve a sensibilizzare i cittadini sulla necessità di 200.000 pasti da offrire ai bisognosi in occasione del capodanno ebraico.

Speriamo che, nei piatti, per quel giorno trovino qualcosa da sgranocchiare.

Luca Taddei

La virtù della schiettezza, la comunicazione, la City e uno stagista teenager

Morgan Stanley

Una notizia alla ribalta che ci deve far riflettere ci viene da Londra, versante Morgan Stanley.

Gli analisti del settore media Europa della società hanno chiesto a uno stagista di 15 anni proveniente da una scuola economica di Londra di descrivere le abitudini mediatiche dei suoi coetanei. Il teenager si è dato da fare e ha prodotto un report che ha intrigato molti manager di fondi di investimento e diversi amministratori delegati che hanno tempestato la Morgan Stanley di email e telefonate.

Al di là del fatto che può apparire curioso, molti elementi ci devono far riflettere:

– Morgan Stanley pubblica report di stagisti teenager e molti professionisti li leggono e li prendono in considerazione. Il che è sicuramente innovativo e tende a valorizzare tutte le risorse umane che passano all’interno della società.

il report di Matthew Robson, così si chiama l’adolescente stageur, è ottimo perchè è schietto, sobrio, chiaro. Dice l’essenziale e mostra un forte ascolto del consumatore. E’ scritto da un giovane consumatore.

Per il resto gli spunti di riflessione sono molti all’interno del testo (leggetelo qui in versione integrale). Fra quelli più interessanti sicuramente il valore attribuito al marketing virale come forma di pubblicità che ha successo presso il pubblico dei più giovani; la frequentazione dei media sempre più intensa ma l’intenzione a farlo in maniera gratuita; lo scarso appeal di Twitter in controtendenza con l’impressione che si ha oggi.

Certo uno dei limiti di questo Report può essere l’assenza di dati statistici a supporto delle affermazioni dell’analista adolescente, ma è anche vero che molto spesso i numeri non sono tutto!

E a volte, per parafrasare un famoso filosofo, la comunicazione ha le sue ragioni, che la ragione non conosce!

A voi che ve ne pare?

Luca Taddei

Alitalia comunica la tradizione, ma avrà fatto la scelta giusta?

Alitalia ha lanciato da qualche giorno, correva il 23 di Maggio 2009 per essere precisi, una nuova campagna di comunicazione tv che va in onda sulle principali reti nazionali.

Sicuramente la scelta di fare comunicazione è necessaria e giusta perchè c’è sicuramente un brand da ricostruire dopo le travagliate vicende aziendali del recentissimo passato.

Ne è venuto fuori uno spot costruito tutto intorno alla tradizione dell’azienda, tradizione che ha attraversato i cieli del secondo Novecento e che ha trasportato sulle sue ali molti personaggi famosi del mondo dello spettacolo, dello sport sia italiani che stranieri.

La tradizione può essere sicuramente un elemento importante per ricostruire un brand, per riposizionarlo. E in Italia molti brand giocano, e fanno bene a farlo, sulle potenzialità della tradizione della loro attività imprenditoriale.

L’elemento della tradizione funziona, ma non è sicuramente tutto. Il post di Clandestinoweb, anch’esso di qualche giorno fa ( e oggi voglio essere preciso: correva il 27 Maggio 2009!), proprio su questo spot pone delle critiche sensate.

Alitalia punta il suo rebranding sulla tradizione e la scelta può essere giusta, ma dovrebbe trovare anche la creatività per innestare elementi nuovi nella sua marca, elementi che costruiscano una nuova relazione fra Alitalia e i suoi passeggeri.

Oltre a questo, se andate a guardarvi il sito web di Alitalia, la campagna non sembra essere promossa minimamente. Forse ci vorrebbe anche un po’ più di coordinamento tra la comunicazione in tv e quella su web per fare un rebranding organico.

E a voi che ve ne pare della campagna?

Luca Taddei

In Francia la TV senza pubblicità è un vero flop!

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Un po’ tutti, almeno una volta nella vita, si sono lamentati per la troppa pubblicità in tv, per i fastidiosi break che interrompono continuamente la visione dei nostri programmi televisivi.

In Francia ci aveva pensato la politica un anno fa a far sparire la pubblicità dai canali della televisione pubblica France Télévisions, l’alter ego francese della nostrana Rai.

L’obiettivo del governo francese capitanato da Sarkozy doveva essere quello di spostare gli investimenti pubblicitari dal mezzo televisione pubblica alle reti private e agli altri mezzi di comunicazione quali la radio, la stampa, le affissioni, internet e i canali digitali terrestri.

In realtà l’obiettivo raggiunto è stata invece la soppressione degli investimenti pubblicitari precedenti e, sarà pure colpa della crisi,un calo del 20,3% di Tf1, la prima rete privata di Francia, dei suoi ricavi pubblicitari e una caduta del titolo in borsa del 50%, così come M6, altro canale privato, si è ritrovata con ben il 10% degli incassi da spot in meno. E in più la televisione pubblica ha anche perso nel corso dell’anno una bel po’ di telespettatori.

Di considerazioni se ne possono fare molte e alcune, serie e ben fatte, le riporta questo articolo del Corriere della Sera. Comunque sembra proprio che in fondo in fondo vedere la pubblicità in televisione non ci dispiaccia affatto e toglierla può creare dei gravi problemi ai vari canali televisivi con il rischio di danneggiare l’industria della comunicazione televisiva in molti modi, sia dal punto di vista economico e finanziario che dei contenuti.

Luca Taddei

L’Europarlamento e la sua strategia di comunicazione

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“La Comunità europea è l’esempio di un’unione di stati nazionali che non è nè un impero nè una federazione, ma una realtà diversa e forse una novità assoluta.” ( Michael Walzer )

Qualche giorno fa è stata lanciata la campagna di comunicazione del Parlamento europeo per le elezioni 2009. Vale la pena darci un’occhiata sia per gli strumenti che mette in campo sia per la strategia che intende realizzare.

Per quanto riguarda i primi troviamo dei poster ( ce ne sono altri oltre a quello che vi presentiamo ) , con istallazioni tridimensionali complementari, su temi attuali come energia, carburanti/cambiamenti climatici, alimentazione/agricoltura, frontiere/migrazione, standardizzazione, sicurezza, protezione dei consumatori, bilancio e mercati; la Choice box, una sorta di confessionale del Grande Fratello in cui gli elettori potranno registrare i loro punti di vista, che saranno poi trasmessi anche su europarlTV e YouTube; radio, TV, il sito web e i social media come MySpace, Facebook, Flickr e EU Tube.

Per quanto riguarda la strategia, la scelta verte su una comunicazione istituzionale la cui parola chiave è “scelta”: riflettere e usare il proprio voto per fare una scelta. Ed è proprio questo aspetto della strategia che mi sembra ottimo, offrire una comunicazione semplice che porti alla riflessione, a un ragionamento costruttivo e libero, senza offrire una risposta facile ma offrendo spunti per un discorso intorno a temi importanti che ci riguardano come cittadini europei.

Al governo italiano la campagna non è piaciuta. Ma voi che ne pensate?

Luca Taddei


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